Tecnologia, l’altra faccia della medaglia

30

DICEMBRE, 2017

Tecnologia

In un momento di grande fermento in ambito web dovuto anche alla rivoluzione blockchainiana”  che sta avendo atto, forse dovremmo anche imparare a guardare un pò più in là del nostro naso o per meglio dire entrare maggiormente nel merito di alcuni aspetti che volenti o nolenti condizionano e condizioneranno sempre più le nostre vite.

Non fraintendetemi, sono un appassionato di tecnologia e come marketer vivo di digital; tuttavia sono anche una persona obiettiva, molto auto critica e coscienziosa.

Fatta questa piccola premessa vorrei condividere con voi un video che ho avuto modo di vedere oggi (stesso giorno in cui tra l’altro ho scoperto essere disponibile la quarta stagione di Black Mirror su Netflix…coincidenze..?!)

Il video in questione si trova sul noto canale Youtube ByoBlu di Claudio Messora e riporta l’intervento di Ugo Mattei in occasione della Conferenza “Costituzione, Comunità, Diritti” svoltasi a Torino il 19 novembre 2017. 

Mattei è professore di diritto internazionale comparato all’Hasting College of the Law dell’Università di California a San Francisco, presso cui ricopre la cattedra di Alfred and Hanna Fromm Professor of International and Comparative Law, ed è professore di diritto civile all’Università di Torino.

Il suo intervento mi ha molto colpito e fatto riflettere. Alcuni spunti iniziali del suo discorso erano già da me condivisi, tuttavia la sua analisi è davvero profonda e interessante e mette in luce aspetti che è assolutamente necessario affrontare a livello collettivo.

Dunque di cosa parla il suo intervento? Parla del diritto e del ruolo che sta andando a perdere in quella che definisce frontiera o infosfera: ovvero il progresso tecnologico. 

Infatti, attraverso esempi pratici e storici, spiega come oggi all’interno della rete o nell’utilizzo di dispostivi ad essa collegata venga meno qualsiasi giurisdizione. In particolare questo lo si rileva nell’internet of things (smart watch, smartphone, smart tv etc), dove per usufruire di tali prodotti – senza neanche esserne totalmente consapevoli – accettiamo di rinunciare a qualsiasi strumento di accesso alla giurisdizione ordinaria. 

“Ciò significa che in frontiera possiamo fare a meno del giurista. In frontiera non è più necessario per costruire la struttura portante del capitalismo la presenza del diritto. Il giurista ed il diritto sono stati sostituiti dalla situazione di fatto di una serie di persone, che sono i programmatori, che riescono ad introdurre dei processi che fondano le basi di transazioni economiche al di fuori di qualunque possibilità di controllo da parte dei giuristi.”

Cit. Ugo Mattei

Oggi per la prima volta è quindi possibile per il capitalismo fare a meno dei giuristi.

Il tema centrale dell’intervento è dunque questo, tuttavia vengono toccati anche altri punti secondo me davvero importanti come ad esempio il tema dell’impronta ecologica – puoi approfondire qui se non sai di cosa si tratta – e della proprietà del noto Internet.

Per quanto riguarda il primo aspetto la questione è che spesso siamo convinti che il modello tecnologico sia sostenibile e con un impatto ambientale ridotto, in realtà risulterebbe essere proprio il contrario. Mattei infatti denuncia come l’impronta ecologica della Silicon Valley – ombelico di questo modello – sia  6 rispetto ad un valore globale di 1.4. Un valore che fa riflettere e molto considerando che in generale riteniamo questi modelli quelli del nostro futuro.

L’altro tema invece, quello che volgarmente ho definito “della proprietà dell’Internet”, vuole sollevare una domanda che magari non ci poniamo spesso ma che forse dovremmo: tutto l’hardware che permette ad Internet di funzionare di chi è? Chi detiene il controllo del Master Switch (una sorta di mega server che può “spegnere” il web)? Considerando che ogni singola attività che viene svolta su questo pianeta oggi è quasi certamente collegata ad Internet, beh la risposta comincia ad assumere un valore molto importante. Mattei prosegue sostenendo che in anni ed anni di ricerche professionali è risultato impossibile giungere ad una conclusione.

Come avete capito questo servizio mi ha particolarmente interessato e fatto riflettere. Non sono un conspiracy theorist  e non grido al “Gomblotto”; tutt’altro sono un promotore del progresso tecnologico ma ritengo che, come in qualsiasi cosa, le scelte devono essere ponderate consapevolmente e soprattutto devono essere scelte. Altrimenti saremo convinti di procedere in avanti, di evolvere, ma ci ritroveremo inesorabilmente indietro!

Ecco il video di cui vi ho parlato, buona visione!

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