Consigli SEO: case history +641% traffico organico in 1 anno
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GENNAIO, 2019
Growth Marketing
CONSIGLI SEO PER PRINCIPIANTI
Ciao, oggi voglio condividere con te alcuni consigli SEO per ottimizzare al massimo i tuoi contenuti.
Se ti stai chiedendo che diavolo è la SEO (Sì io utilizzo l’articolo femminile ma sicuramente avrai anche sentito dire il SEO), cerchiamo di partire dalle basi. Se invece conosci già la risposta ed il funzionamento dell’algoritmo di Google, leggi subito i miei consigli.
La definizione
SEO sta per Search Engine Optimization ovvero ottimizzazione per motori di ricerca. I motori di ricerca sono strumenti con cui, come dice il nome stesso, è possibile eseguire ricerche sul web. Contrariamente a quanto potresti pensare, non esiste solo big G. I suoi competitor si chiamano Bing, Yahoo, Yandex e Baidu. Questi ultimi detengono quote di mercato ridotte rispetto a Google, specialmente nella nostra cara Italia. Pertanto questa guida base farà riferimento esclusivamente alle attività di ottimizzazione per Google.
Ma torniamo ora alla definizione: cosa si intende per ottimizzazione di motori di ricerca? In brevissimo significa migliorare i contenuti del proprio sito web per poter essere presenti tra i primi risultati che Google restituisce agli utenti quando questi effettuano una ricerca.
Potremmo quindi dire che si tratta della capacità di un sito web di intercettare le domande che gli utenti digitano sul motore di ricerca con l’obiettivo di presidiare le prime 10 posizioni su Google. Infatti l’obiettivo di ogni strategia SEO è arrivare in prima pagina per una certa keyword (= parola chiave), nessuno o pochissimi visiteranno la seconda, la terza pagina e così via.. Addirittura già i risultati dopo la quarta posizione non godono dell’attenzione dei precedenti!
Come funziona la SEO?
Abbiamo detto che l’ottimizzazione per motori di ricerca permette di intercettare le domande che gli utenti digitano sul motore di ricerca, proponendo la nostra “risposta”. Per intercettarle quindi il primo passo è comprendere il tipo di domanda che il nostro utente target cercherà su Google e costruire un contenuto che possa soddisfare il tipo di ricerca.
Google, come anche gli altri motori di ricerca, è dotato di un algoritmo capace di analizzare le pagine web individuando i contenuti migliori che possano soddisfare la ricerca dell’utente, anche detta query. La lista dei risultati che il motore di ricerca fornisce, definita SERP, è chiaramente una classifica. Pertanto oltre a comprendere quali siano le ricerche che i nostri utenti target effettuano, è importante capire come l’algoritmo valuta le pagina web e quali sono gli indicatori che gli permettono di classificare la nostra pagina.
Possiamo quindi dire in estrema sintesi che il lavoro di un SEO specialist è quello di sfruttare gli strumenti a disposizione per comprendere il tipo di ricerche da soddisfare e rispettare tutti i criteri di valutazione dell’algoritmo per garantire la competizione delle pagine web. Negli anni la tecnologia, i dispositivi, i comportamenti degli utenti sono evoluti e di conseguenza anche l’algoritmo è notevolmente cambiato per mantenere la promessa di Google: “La nostra missione è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili.”
Banalmente, agli inizi, l’indicizzazione dei contenuti era basata quasi esclusivamente sulla presenza nel testo della pagina web delle parole chiave che l’utente ricercava su Google, al punto che era sufficiente riempire il testo di quella parola chiave (magari bianco su bianco per evitare che l’utente cogliesse questo escamotage) per conquistare la prima posizione. Oggi questa pratica è un cartellino rosso diretto classificato sotto il nome di keyword stuffing e vi consiglio caldamente di non pensarci nemmeno!
Quali sono quindi gli elementi presi in considerazione da Google?
Di seguito sintetizzo un elenco dei principali parametri che l’algoritmo tiene in considerazione per valutare una pagina web:
- lunghezza del testo (un minimo di 300 parole è caldamente consigliato)
- coerenza della keyword con lo url della pagina
- coerenza della keyword con il Seo Title della pagina
- originalità del contenuto
- responsività mobile della pagina
- disposizione della keyword nel testo e nei titoli
- nomenclatura dei file immagini coerente con la keyword
- testo alt immagini
- link a risorse esterne autorevoli
- link interni a risorse correlate
- leggibilità del testo e in generale esperienza utente sulla pagina
- dwell time
- social signs (commenti, like e condivisioni)
- backlinks (link di altri siti che puntano alla tua pagina)
Questi sono solo alcuni dei parametri. Se non hai molta dimestichezza con questi termini e l’ambito digital probabilmente la tua reazione sarà quella di pensare di non potercela fare.. ma non è così. Questa parentesi sui parametri tenuti in considerazione dall’algoritmo, ha lo scopo di farti prendere coscienza di quanto sia tecnica l’ottimizzazione di siti per motori di ricerca. Tuttavia, una cosa che ho compreso negli anni, è che sempre di più il successo in digitale è legato a competenze trasversali e multidisciplinari, ma soprattutto a tanta pazienza, voglia di migliorarsi e qualità!
Partiamo quindi da qualcosa di molto meno tecnico, ma altamente potente: l’esperienza utente. Prima di iniziare grandi analisi (che sicuramente aiutano ed è giusto fare), il mio consiglio è quello di pensare al tuo utente e metterlo al centro del tuo lavoro. A tal proposito ti suggerisco di leggere il mio punto di vista su customer-centricity. A riprova di quanto ciò sia importante, è acclarato che – in generale – l’esperienza che l’utente vivrà sulla nostra pagina è per Google stesso un fatto di grandissimo valore ai fini di una valutazione SEO.
Quando dico “metterlo al centro del tuo lavoro”, intendo costruire un contenuto che possa davvero rivelarsi utile per quel target. Un contenuto originale, scritto molto bene, facilmente comprensibile, piacevole, frutto di una ricerca attenta, che esprima il tuo punto di vista (sei tu il professionista in questo caso!) e capace di trasferire del vero valore.
Con questo non voglio dire che tu debba validare nuove ipotesi o fare sensazionali scoperte, ma concentrarti sul creare qualcosa di qualità, utile e pratico. Potrebbe anche trattarsi di una collezione ben organizzata delle migliori risorse relative ad uno specifico argomento. Il tempo è una risorsa scarsa e se fossi tu la persona capace di farlo risparmiare ai tuoi utenti condensando in un unico articolo informazioni presenti su decine di pagine web? Questo significa erogare un servizio e creare valore! I tuoi utenti te ne saranno grati.
E’ da qui a mio avviso che si deve partire per una proposta di contenuto originale ed efficace, altrimenti il rischio è quello di essere uno dei tanti e ci sarà sempre qualcuno meglio di te, che esiste da più tempo e che è meglio posizionato. Quindi il consiglio è rifletti su cosa puoi fare tu per la tua audience.
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I miei consigli SEO
Ben compresa l’importanza di sviluppare contenuti cliente-centrici, ora voglio condividere con te la mia personale metodologia con cui affronto lo sviluppo di un piano editoriale seo-oriented.
Questo metodo mi ha permesso, come vedi dal grafico qui sotto, di far incrementare del 641% in un anno il traffico organico con oltre 100 keywords posizionate in prima pagina per un progetto web che ho avuto il piacere di seguire. Per traffico organico si intende appunto il numero di visite sul sito web che arrivano dal motore di ricerca, quindi dal posizionamento delle pagine del nostro sito nella prima pagina Google.
Step 1 – Brainstorming
Il brainstorming è una fase importantissima per qualsiasi attività, soprattutto se si svolge il lavoro di consulenti e non si è un professionista del settore per cui si sta erogando consulenza digitale. Il primo passo è sempre quindi condividere insieme al cliente o al resto del team considerazioni sul mercato di riferimento, comprendere i propri punti di forza e di debolezza, definire la propria audience individuando quali sono i trend topic, le esigenze e le frustrazioni ricorrenti, i consigli che vanno cercando. Non solo, è importante guardare ai competitor, cosa fanno, di cosa parlano e soprattutto come ne parlano.
Ad esempio in questo caso specifico, siamo nel settore consulenza fiscale, ci siamo resi conto che i competitor affrontavano i medesimi argomenti nel medesimo modo: asettico, impersonale, con gergo e terminologie da addetti ai lavori. E credetemi quello fiscale è davvero un mondaccio e riuscire a capire concetti basici non è affatto semplice.
La prima decisione, avvalorata anche dai feedback di coloro che erano già clienti, è stata quella di dare umanità ai contenuti, facendo parlare direttamente il titolare dell’azienda in modo semplice e comprensibile.
La fase 1 si conclude poi con la creazione di un elenco di decine se non centinaia di parole chiave correlate al settore di riferimento. Quindi carta e penna oppure word o excel o come preferite, dovete “buttare giù” un nutrito numero di parole chiave (singole parole, domande etc), questa sarà la base di partenza.
Step 2 – raccolta dati
A questo punto iniziamo a sporcarci le mani con i tool. Infatti l’obiettivo di questa fase è, partendo dal nostro elenco, trovare nuove idee di parole chiave per aumentare la nostra lista di keyword. In particolare in questa fase ne utilizzo 3:
- Ubersuggest
- Google Keyword Planner
- SeoZoom
Vediamoli con ordine.
Questo tool serve per velocizzare un procedimento che potreste fare anche a manina. Avete presente quando state inserendo una parola su Google ed il motore di ricerca, prima che voi clicchiate, vi suggerisce parole chiave correlate? Bene invece di farlo su Google appunto, Ubersuggest ci permette di inserire una lista di keyword e ottenere tutte le ricerche suggerite a quelle keyword che gli utenti digitano sul motore di ricerca.
Google Keyword Planner
Questo tool è presente nella sezione strumenti degli account Google Ads. Attivare un account è gratis e basta seguire la procedura riportata a questo link. Una volta attivato, dalla sezione strumenti potete accedere a questo tool che permette due impieghi: volume e previsioni, nuove idee. A noi interessa nuove idee. Inseriamo la nostra lista keyword ed elaboriamo le nuove idee. In questa fase io preferisco non guardare ai numeri di ogni singola parola chiave, ma esporto direttamente i risultati e vado ad integrarli nella lista keyword originaria.
Questo è un vero e proprio seo tool. E’ una soluzione italiana (al momento poco sviluppata sul mercato internazionale a differenza di competitor come Semrush, quindi valida per progetti totalmente nazionali) con cui mi trovo molto bene. La prima fascia di prezzo, sufficiente per gestire un paio di progetti in modo professionale, è anche abbastanza accessibile. Parliamo di 29+iva / mese. Con questo tool, sfruttando una delle funzioni analisi keyword, carico nuovamente la lista integrata dei risultati di Ubersuggest e Google Keyword Planner. A questo punto inizia la selezione.
Come vedi dall’immagine qui sotto, SeoZoom restituisce una serie di parametri per keyword. Quelli che vado a valutare sono:
- volume di ricerca mensile, chiaramente in un progetto ai suoi inizi è poco utile lavorare su keyword con tantissimo traffico mensile perchè ci saranno già un sacco di contenuti di valore e indicizzati da tempo. Quindi, almeno all’inizio, prediligo ricerche che cubano dalle 40 alle 800 ricerche mensili.
- KD (keyword difficulty, è un parametro interno in realtà però mi aiuta a capire quanto sia difficile competere per quella keyword e conoscendo lo stato d’arte del progetto che seguo posso farmi un’idea)
- Opportunity (keyword opportunity, idem come sopra. Un’idea di quanto possa essere interessante inserirsi nelle ricerche di quella parola chiave)
A questo livello è importante fare un approfondimento sulle long-tail-keyword. Secondo questa teoria, le ricerche per parole chiave “dalla coda lunga” risultano avere un volume di ricerca molto minore, ma un grado di conversione molto più alto.
[Grazie a Seopressor per questa immagine]
Per capirci facciamo un esempio pratico e tra i più citati: data la keyword “scarpe”, la sua long-tail-keyword potrebbe essere “scarpe donna marroni numero 37”. Ora capite bene che le long-tail-keyword sono molto più specifiche, quindi meno persone eseguiranno queste ricerche ma saranno sicuramente molto più motivate nel loro intento di ricerca. Quindi è importantissimo individuare questo genere di parole chiave nel proprio mercato e presidiarle costruendo contenuti. Solitamente la competizione è anche più bassa e quindi le possibilità di primeggiare aumentano se scriviamo contenuti ottimizzati. Come in tutto però, la miglior soluzione è un giusto bilanciamento tra le une e le altre.
Per un maggiore appronfondimento sul genere di keyword ti rimando a questo ottimo articolo de Lo Stagista.
Step 3 – costruisci un piano editoriale
A questo punto, dopo i passaggi precedenti, dovresti avere una short list di parole chiave selezionate che rappresentano, possiamo volgarmente dire, i “titoli” dei contenuti che devi creare. Come abbiamo detto in apertura, è importante ragionare mettendo al centro il cliente. Quindi l’obiettivo non è completare frettolosamente il compitino e realizzare l’articolo. L’obiettivo è trasformare quel “titolo” in un contenuto utile, originale, migliore degli altri, ma soprattutto costruire un senso, un percorso, una linea editoriale per il tuo lettore.
Riuscire in questo è premiante – indirettamente – anche dal punto di vista SEO. Non solo infatti se l’utente ha tratto profitto dalla tua lettura, probabilmente tornerà sul blog, ma se abbiamo costruito contenuti che “si parlando tra di loro” e che sono collegati (=linking interno), l’utente proseguirà la lettura e il tempo di permanenza (fattore importantissimo) aumenterà notevolmente. Come fare quindi?
Inizialmente, con ancora i titoli-parole-chiave sul foglio, cerco di costruire dei collegamenti. Proprio a manina, a me piace così, collego i titoli. Un contenuto può aprire dubbi/domande/approfondimenti e quindi collegarsi ad un altro titolo-parola-chiave, piuttosto che suggerirmi che forse c’è qualche altro tema che andrebbe aggiunto al piano editoriale (e verificato attraverso lo step 1).
Riuscire a creare una sorta di “ragnatela” in cui nel tempo imbrigliare il lettore è, per me, un obiettivo importante. Lo dico anche e soprattutto da utente. Nel mio campo ad esempio, il marketing digitale, ci sono una miriade di blog e contenuti di settore. Spesso mi è capitato di leggere un contenuto molto ben fatto durante il quale si aprivano spunti interessanti collegati ad altri articoli dello stesso blog. E quindi a colpi di “ne ho parlato meglio qui” o “potresti trovare altre informazioni in merito qui”, mi sono trovato mille schede aperte nel browser! Ecco questo secondo me è un ottimo lavoro a livello di esperienza utente sul blog che ha notevoli ripercussioni sulle performance del dominio a livello SEO. In sostanza se fai venire sete di leggere i tuoi contenuti al tuo utente, sei sulla buonissima strada. Credo sia anche molto chiaro che un risultato del genere è il frutto di un pensiero strategico non certo di casualità.
Quindi sintetizzando in questa fase cerco di:
- creare una mappa concettuale di collegamento dei vari titoli-parole-chiave dando vita al piano editoriale;
- identificare la parola chiave più pertinente al mercato di riferimento e con il maggior numero di ricerche mensili tra quelle selezionate, e, per questa parola chiave, costruire un articolo “pilastro”. Con questo intendo l’articolo portante del vostro blog, probabilmente anche il primo ed il più lungo ed esaustivo, quello che andrà a toccare tutte le sfumature del vostro mercato
- collegare a questo articolo, in punti strategici, i contenuti dei titoli-parole-chiave dal volume di ricerca più basso e i contenuti pensati per le long-tail-keyword
- calendarizzare la produzione e scrivere i contenuti
Step 4 – indicizzare un articolo per una data keyword
Eseguiti gli step precedenti è il momento di scrivere i nostri articoli. A questo livello contano due aspetti:
- il primo è aver scritto il contenuto tenendo a mente di dover impiegare, secondo le regole di Google, la parola chiave per cui si vuole indicizzarlo;
- il secondo è indicare chiaramente a Google per quale parole si vuole indicizzare e implementare la stessa negli appositi campi.
Vediamo come!
Probabilmente utilizzerai WordPress per gestire il tuo sito e in questo caso hai a disposizione un fido alleato: il plugin SEO by Yoast. In questo frangente mi interessa spiegarti come utilizzarlo per assicurarti di indicizzare una pagina per una specifica parola chiave e a quali aspetti stare attento. Qui invece puoi trovare maggiori informazioni sul plugin. Ma attenzione, come ben scrive Roberto Serra in questo articolo, Seo By Yoast è un tool che ti può aiutare nel muovere i primi passi nell’ottimizzazione di un blog post, ma non sarà lui a fare SEO per te.
Questo plugin ti permette sia di andare ad implementare facilmente la keyword per cui vuoi indicizzare la pagina, sia implementare facilmente i campi SEO Title e Meta description. Inoltre ti suggerisce una votazione complessiva della pagina dal punto di vista SEO rispetto alla keyword proponendoti anche dei suggerimenti migliorativi.
Ora prendi con le pinze il semaforino con cui valuta il tuo lavoro. Non è detto che se è arancione tu abbia lavorato male. Certamente se è rosso forse una controllatina va data. Infatti per come è stato sviluppato e pensato ha un certo limite: non tiene ad esempio in considerazione la semantica cosa che invece l’algoritmo di Google fa e molto bene. Pertanto il plugin, in caso cui utilizziate un sinonimo o una congiunzione differente dalla focus keyword implementata (vedi dopo), non troverebbe corrispondenze tra il contenuto del testo e la keyword. Ripeto però che, utilizzato con la giusta consapevolezza, può rappresentare, soprattutto in fase iniziale, un ottimo strumento. Almeno questa è la mia esperienza sul campo.
Ma vediamolo insieme passo passo prendendo come esempio ciò che ho fatto per questo articolo che stai leggendo. Iniziamo!
Focus Keyword
Dopo le mie analisi SEO secondo il metodo che ho condiviso con te, ho individuato come keyword per cui indicizzare questo contenuto la seguente: consigli SEO. Questa parola va riportata nel campo focus keyword. Ora il plugin potrà capire per quale parola chiave deve verificare che tu stia ottimizzando la pagina.
Permalink
Abbiamo detto che è importante esprimere coerenza tra lo url della pagina e la keyword definita pertanto dovete modificare la porzione di url finale facendo in modo che contenga la keyword per cui volete indicizzare il contenuto.
Seo Title
Sempre dalla maschera del plugin puoi modificare il Seo Title. Il suggerimento qui è che la focus keyword sia subito in prima posizione. Ovviamente devi trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di inserirla al primo posto e costruire un titolo efficace che venga cliccato.
Meta description
Questa parte non ho certezze abbia un impatto diretto sulla SEO, ci sono opinioni contrastanti. Per questo ritengo sia comunque meglio mettere la focus keyword sempre all’inizio della metadescription e poi cercare di fornire argomentazioni che chiariscano all’utente cosa troverà all’interno dell’articolo aggiungendo anche una call to action a leggerlo. Sia per Seo Title che per Meta description il plugin indica con una barra che va da rosso a verde passando per arancione, quanto siano sufficientemente lunghe. Il rischio è che siano troppo corte o troppo lunghe. In quest’ultimo caso l’utente non vedrebbe completamente titolo e descrizione compromettendo il messaggio che vogliamo comunicargli.
Immagini
Come detto in apertura implementare il nome file e il testo ALT delle immagini coerentemente con la keyword scelta è molto importante. Io solitamente uso, per l’immagine di copertina, come naming del file nomesito-parola-chiave e il testo ALT solitamente lo implemento con “parola chiave, Nome sito”. Questo a mio avviso è sufficiente per creare coerenza. Per le altre immagini utilizzo la stesso schema ma adeguando la parola chiave relativamente al contenuto dell’immagine.
Contenuto
L’importante a questo livello è:
- Utilizzare la keyword nel titolo di apertura formattandolo come titolo H1
- Fare in modo che la keyword sia presente all’inizio del primo paragrafo
- Riuscire a ripetere la keyword in modo bilanciato e sensato nel corso del testo
- Sfruttare nel corso del testo anche long-tail-keyword (esempio: “voglio condividere con te consigli SEO per incrementare il traffico organico)
Ecco come ho lavorato nel primo paragrafo 👇🏻
In quest’ultima parte siamo entrati nel vivo dei tecnicismi, ma come ho detto in apertura è sempre importante trovare un giusto equilibrio tra tecnicismo ed esperienza utente. Quindi anche il modo in cui scrivi deve agevolare la lettura. Perciò tieni a mente:
- niente blocchi di testo infiniti
- usa i titoli (h1, h2, h3 e cosi via cercando di includere sempre, ma non forzatamente, la keyword)
- verifica che da mobile la lettura sia facile
- utilizza grassetti e corsivi per semplificare la lettura
Il plugin SEO by Yoast ti fornisce anche una valutazione sulla leggibilità. Personalmente non l’ho mai tenuta troppo in considerazione perchè la trovo poco veritiera.
Conclusioni
Tutto quello che ti ho raccontato in questo articolo ti permetterà di armarti per competere in modo strategico a livello SEO. Tuttavia come è intuibile non basta eseguire queste indicazioni per vedersi in prima pagina Google. La SEO è un’attività di medio-lungo periodo che va portata avanti costantemente monitorando le variazioni attraverso appositi tool, revisionare i contenuti per ottimizzarli giorno per giorno, distribuirli attraverso piattaforme social (o altri canali) per portare traffico iniziale aumentando le possibilità di interazione.
Se questo argomento ti appassiona e desideri formarti, ti consiglio il corso seo base di Digital Coach:
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Bene siamo giunti alla conclusione anche di questo articolo che spero possa averti dato degli spunti interessanti! Se hai dubbi, domande o suggerimenti commenta qui sotto e confrontiamoci!
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